Name: "Friday", il teen mystery rivisitato da Brubaker e Martin
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"Friday", il teen mystery rivisitato da Brubaker e Martin

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Friday potrebbe essere definito come una sorta di teen mystery revisionista. La nuova serie di Ed Brubaker, Marcos Martin e Muntsa Vicente si appropria degli stilemi del giallo per ragazzi a tinte sovrannaturali à la Scooby Doo e lo traspone in un contesto più verosimile, proponendo così un travisamento consapevole degli schemi formulaici.&nbsp;
Pubblicato in Italia da saldaPress, Friday nacque all’inizio del periodo pandemico all’interno del progetto editoriale Panel Syndicate, lanciato nel 2013 dagli stessi Martin e Vicente insieme a Brian K. Vaughan. Panel Syndicate propone serie a fumetti di autori più o meno affermati con una formula “pay what you want”, per cui i lettori possono offrire la quantità di denaro desiderata – anche 0 – per scaricare le storie senza DRM. Negli anni, sono state pubblicate serie interessanti come Barrier e Private Eye, disegnate sempre da Martin per i testi di Vaughan.&nbsp;
Rispetto a questi divertissement fantascientifici, Friday prende invece le mosse dalla tradizione del gotico americano, dove l’incontro fra tradizioni residuali, misticismo e natura si esprime in visioni sovrannaturali e orrorifiche. Non i castelli e la nobilità decaduta della tradizione europea, ma un fitto sottobosco, letterale, di inquietudini che minacciano la tranquillità oziosa di una cittadina del New England. La violenza che diventa strumento per rappresentare, dissezionandola, una realtà sempre più inconoscibile. 
Ecco fiorire quindi i riferimenti a Lovecraft, già recuperato da Brubaker in Fatale, e all’onnipresente Stephen King e ai suoi anti/eroi adolescenti. Ma Friday richiama alla mente anche le proposte lynchiane, soprattutto Twin Peaks, di cui rievoca la compenetrazione indissolubile tra grottesco e quotidiano. E i gufi. Soprattutto i gufi.
L’altro universo narrativo di riferimento è quello dei gialli per ragazzi degli anni Sessanta e Settanta, come sottolineato da Brubaker in un’intervista per SyFy. Si tratta di titoli noti per lo più al pubblico anglosassone come Harriet the Spy (1964), Encyclopedia Brown (1963-2012) e The Great Brain (1967-1995), dove giovani detective superano avventure formative grazie alla propria arguzia e capacità deduttiva. Nella loro innocenza, queste vicende si innestano su un modello epistemologico di conoscibilità del reale, proprio del giallo classico tardovittoriano, per cui persino un ragazzino può trovare l’ordine (cioè il bene) nel caos (cioè il male) generato dagli adulti o dalla natura. Ed è quello che fanno i protagonisti di Friday – l’eponima ragazzina e il compagno Lancelot – che, novelli Watson e Sherlock del New England, cercano la ragione dove questa viene meno.
L’appropriazione e ibridazione postmoderna dei modelli passano anche attraverso le scelte artistiche di Martin e Vicente. Nel tratto, colorazione e character design, gli autori scelgono infatti di rievocare da una parte le copertine dei succitati romanzi per ragazzi, e dall’altra il fumetto anni Settenta e le sue lisergiche esplorazioni dell’inconscio. Il tratto di Martin, nello specifico, arricchisce la sintesi cui siamo abituati con un tratteggio crepuscolare che ben si sposa con le atmosfere horror, soprattutto nel secondo volume. Come ha spiegato a CBR, il disegnatore si è rivolto a riferimenti per lui inediti come Tove Jannson, Guido Crepax, Leiji Matsumoto, Harry Clarke e soprattutto Edward Gorey, autore raffinato e inquietante scomparso all’inizio di questo secolo.&nbsp;
Ma non è (quasi mai) solo pastiche. Per rinvigorire la mera embricatura di modelli già noti, gli autori hanno applicato a Friday una collaudata strategia di revisionismo generico, che prevede il confronto fra gli schemi formulaici e la norma di realtà del lettore – ne parlò con efficacia John Cawelti nel celebre saggio «Chinatown» and Generic Transformation in Recent Films (1979). Tale strategia, che nacque con scopi satirici/parodistici, ha fatto la fortuna di buona parte del fumetto di supereroi revisionista/decostruzionista che dagli anni Ottanta ha dominato la scena mainstream angloamericana. 
Chiedersi, in parole povere, come si comporterebbe un personaggio assurdo e infantile in un contesto più verosimile e realistico, dove vengono meno le convenzioni generiche che servono al funzionamento narrativo del personaggio stesso. Umberto Eco si chiese, in Apocalittici e integrati (1964), perché Superman non fa la rivoluzione. Alan Moore rispose, in Miracleman (1982), che se l’avesse fatto si sarebbe trasformato in un dittatore.&nbsp;
Brubaker applica qui uno schema simile, che va a intaccare almeno tre tipi di convenzioni generiche del giallo per ragazzi, per cui i giovani protagonisti non possono crescere e invecchiare, perché questo impedisce la serializzazione potenzialmente ad libitum tipica delle narrazioni popolari, e non corrono mai realmente alcun pericolo. Lo status quo inoltre viene qui più o meno ripristinato al termine del racconto. In Friday il tempo passa, i giovani detective abbandonano il paese natale e vanno al college.&nbsp;
Credo che questo approccio postmoderno, intertestuale e revisionista rappresenti il maggior elemento di interesse e, nel contempo, il potenziale limite di Friday. Il fumetto mainstream statunitense ha più volte dimostrato, nel corso dei decenni, come il decostruzionismo possa generare sia opere di grande valore narrativo ed estetico, sia manifestazioni esiziali che riducono l’innovazione alla maniera – pensiamo al fumetto dark e ultraviolento degli anni Novanta figlio di Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Perché, a furia di smontarlo, il giocattolo diventa difficile da rimontare.
I primi due volumi di Friday introducono premesse interessanti, ma il rischio è dietro l’angolo. Il terzo – e ultimo? – potrà confermare il valore della proposta narrativa di Brubaker ed evitare che la serie venga ricordata solo come l’ennesima revisione più o meno nostalgica di generi e modelli culturali di cui, forse, non sentivamo troppo la mancanza.
Friday vol. 1 e 2di Ed Brubaker, Marcos Martin e Muntsa Vicentetraduzione di Stefano FormiconisaldaPress, 2023cartonati, 120 pp., colore19,00 € a voll. (acquista online: volume 1 – volume 2)
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Friday potrebbe essere definito come una sorta di teen mystery revisionista. La nuova serie di Ed Brubaker, Marcos Martin e Muntsa Vicente si appropria degli stilemi del giallo per ragazzi a tinte sovrannaturali à la Scooby Doo e lo traspone in un contesto più verosimile, proponendo così un travisamento consapevole degli schemi formulaici.&nbsp;
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